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Petzl RocTrip, Prilep: il gatto nero e il gatto bianco

Dal 25 al 28 settembre la carovana del Petzl RocTrip 2014 ha fatto tappa a Prilep, in Macedonia (FYR). Tra un cielo che sembrava un gatto nero e il sole che pareva un gatto bianco, i roctrippers hanno potuto godere di un privilegio raro. Quella di poter assaggiare “in prima assoluta” una moltitudine di blocchi di roccia tra i più belli di tutta Europa.

6 Ottobre 2014

Boulder

Petzl RocTrip 2014, Prilep © Sam Bié

Hold on dude! All done dude!

Petzl RocTrip 2014 Prilep © Sam Bié

"Amo questo paese, queste persone. Mi assomigliano. Sulle prime sembrano un po’ selvatiche, ma poi ti dimostrano di avere un cuore grande così…"

Questo è il quarto viaggio di Philippe a Prilep, come dire che ha partecipato all’“esplosione” del sito fin dall’inizio del 2010, e lui sembra conoscere il caos dei blocchi, come le tasche dei suoi pantaloni corti. Che probabilmente sono però caotiche e disordinate come una delle colline di Prilep. Ma lui assicura di sapersi destreggiare bene. A chi gliel’ha chiesto, Philippe ha fatto da guida con entusiasmo. Saltando di blocco in blocco, di sentiero in sentiero, evitando capre, rovi e macchie di ginepro, con un misto di orgoglio e timidezza, spiega: "Allora , qui siamo a Baba Low, un settore buono per riscaldarsi. Là c’è Alien, un blocco piuttosto duro. Per il nome, non sto a farti un disegno, devi vedertelo di fronte. Io intanto mi lavoro Cocoon, 7a. Mi manca un po’ di allungo".

Attenzione alla roccia !

Petzl RocTrip 2014 Prilep © Sam Bié

"Arrivando da distante, le colline, con i blocchi di roccia sparsi ovunque e la vegetazione rada, mi hanno ricordato Hueco Tanks in Texas» dice Charlotte Durif.. «E quando ti avvicini, i blocchi di granito a palla, che tendono all’arancione con sfumature verdi, mi hanno fatto venire in mente Bishop. Poi, afferrando le prime prese, ho pensato di essere sulla grana di Targassone…"

Nel gioco di confronti il campione è Arnaud Petit, sempre molto metodico. Arnaud completa la vicenda così: "Allora, riassumerei le somiglianze così: 
- Hampi (India), per i grossi blocchi a forma di palla appoggiati alle grandi placche lisce;
- Hueco, per lo stile dei tratti sporgenti a nido d’ape; 

- Bishop (California), sì, anche per le pareti a scaglie di guscio di tartaruga;
- e poi  Bleau o Annot (Francia), per gli scivoli lisci".

E tu, Stephanie, cosa ne pensi? "Non me ne frega niente, non mi ricorda nulla, non mi piace fare confronti. Preferisco pensare che ogni luogo abbia qualcosa di speciale e di unico". Ok, va bene così.

Con i buchi nelle mani

Petzl RocTrip 2014 Prilep © Sam Bié

La moltitudine di blocchi di Prilep è bella, non c’è dubbio. I duecento roctrippers se ne sono entusiasmati fin dal primo momento. Diversi gruppi di climber girano saggiando il granito. I primi blocchi sono a cinque minuti dal campo base. Quest’ultimo è situato nel bel mezzo dei campi di tabacco, a qualche isolato dalla città. Tornati al campo, intorno al falò in lotta con il vento del nord, condividiamo le impressioni. 

“I blocchi sono facili da interpretare”, esclamano i due brasiliani Junior e Fabio. “Però, se è vero che capisci subito come devi comportarti, il farlo è tutta un’altra storia”.

“Globalmente le difficoltà sono un pochino sovra quotate” sostiene John, un esperto australiano. “Quando arrivi ti senti molto lusingato, ma va bene, altrove non sarebbe la stessa cosa”.

“Uhm, l’importante” lo corregge Axel Ballay, un boulderista globetrotter d’alto livello, “è che i bocchi di Prilep vengano valutati in maniera piuttosto omogenea”.

Ma chi ronza non dice nulla, agisce. Qui la faccenda si complica. “Capisci di trovarti a Prilep, quando ti fai i primi fori delle dita” se la ride un roctripper. “E quando te ne vai da Prilep senti le mani come fossero mummificate, e ti ritrovi le ginocchia piene graffi, come un bambino” aggiunge un altro.

Spazzolatura estrema

Petzl RocTrip 2014, Prilep © G. Vallot

Neanche fossimo dei ragazzini, ci incontriamo di nuovo alla curva di un sentiero. Aggrappata a una placca liscia, troviamo una piramide di tre arrampicatori che hanno issato il quarto compagno sulle spalle. Quest’ultimo, armato con una spazzola metallica, si dà da fare a grattare via il muschio. D’improvviso, il fragile castello vacilla e crolla. Tutti si tastano i fianchi: “Vi siete fatti male?”.

Miha e Jozi si rialzando, dopo essere stramazzati a terra dalle risate.
“Questo è «extreme brushing» spiegano, abbiamo una gradazione anche per la spazzolatura. Certe volte è più difficile pulire un blocco dal suo carapace di rovi e ripulirlo dai licheni che salirlo!”.

Miha Hribar e la sua banda di ragazzi sloveni sono gli autori del 450 problemi che vanno dal 4a all’8c+ di questa moltitudine di blocchi. Dal 2010, armati di falci, forbici e spazzole di tutte le dimensioni, ogni anno organizzano dei viaggi dalla Slovenia. “Così abbiamo finito per noleggiare un autobus, tanti ormai erano i ragazzi provenienti da tutta Europa. Tedeschi, croati, bosniaci, kosovari, e anche dei  francesi, come Philippe Ribière”.

Per loro, la concomitanza dell’uscita della prima guida e del Petzl RocTrip è motivo di grande gioia. “Eravamo certi che Prilep possedesse una caratura internazionale. E oggi il sogno è diventato realtà” conclude emozionato Jozi Palic. 

"Una bella voce d’Oriente"

Petzl RocTrip 2014, Prilep © Sam Bié

Con i suoi 70.000 abitanti, Prilep offre ancora i vantaggi di quella piccola perla d’Oriente che aveva affascinato Nicolas Bouvier nel 1954. Il suo mercato coperto, le sue mille verdure e i suoi formaggi di pecora, il suo quartiere povero fatto di mattoni rossi, con le strade sterrate e i visi dei bambini sorridenti che si rincorrono tra le ruote di carri e carretti… 

“Questa è una città in cui puoi veder passare tranquillamente un asino in una Yugo (l’equivalente di una piccola Lada), con la testa che esce dalla portiera posteriore destra e la coda dalla portiera posteriore  sinistra!” esclama Erwan Le Lann. “Il bilancio di questa tappa macedone è estremamente positivo. L’accoglienza trionfale della municipalità dimostra che qui hanno capito perfettamente una cosa: che loro colline disseminate di blocchi rocciosi possono rappresentare una grande opportunità per il turismo dolce. Da parte loro, gli scalatori si sono mostrati contentissimi di trovarsi qui. Il mio obiettivo, attraverso il Petzl RocTrip, è quello di mettere in relazione luoghi, climber e popoli. La maggior parte roctrippers torneranno o ne parleranno ai loro conoscenti”.

Petzl RocTrip 2014, Prilep © PETZL/Lafouche

Sulle note di un DJ Lafouche davvero balcanizzato, prima di dirigerci verso la Grecia e Meteora, i roctrippers chiudono per l’ultima volta i loro crash pad. Nascosti tra le pieghe, tonnellate di ricordi, qualche goccia di sangue rappreso e i miagolii strazianti di un gattino nero e di un gattino bianco. 

Guillaume Vallot

Trovate la guida e le informazioni complete su: prilep-bouldering.com

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