Petzl RocTrip, Karlukovo ha l’aria di una piccola Woodstock
Seconda tappa della Bulgaria, Karlukovo, rimarrà nella memoria per la forza e la stranezza del sito. La visita lampo di Chris Sharma, “The King”, ha esaltato il fascino del luogo e l’arrampicata. E, naturalmente, l’atmosfera di cameratismo e di entusiasmo con cui si è conclusa la tappa. Il 20 e 21 settembre, il Petzl RocTrip è entrato in una nuova fase: si è trasformato in una grande famiglia.
26 Settembre 2014
Arrampicata indoor e in falesia
Una piccola Woodstock
"Prima di arrivare là, mi era stato detto che l’Europa orientale stava facendo i conti con i danni del maltempo», racconta l’iraniana Parvin Jahanbakhsh. "Allora, mi aspettavo che il Petzl RocTrip alla fine sembrasse una piccola Woodstock. Ma Karlukovo è stata meglio di Woodstock, e aveva tutto: musica, fango e soprattutto l’arrampicata"
Sorpresa: di prima mattina, imprevisti, i raggi del sole riscaldavano il villaggio. La carovana e i partecipanti al RocTrip sono giunti sul luogo, anche se tutti erano un po’ dubbiosi su ciò che li attendeva. Devi immaginare di aver percorso per due ore una strada dissestata dalle buche; di aver attraversato piccoli abitati semideserti in cui le persone ti accoglievano con piacere e con un sorriso; e infine di essere arrivato in una grande prateria con l’erba tagliata, con le pecore al pascolo e le rose. E nessun falesia in vista nei dintorni. Eppure i climber bulgari era stati piuttosto chiari. “La roccia è a 3 minuti di cammino” avevano detto. E così tutti, piuttosto straniti, si sono diretti verso un laghetto ingrossato dalle piogge, lungo un sentierino. Poi ecco un albero, dei gradoni di pietra. E infine, in una leggera depressione, eccola, la famosa grotta di Prohodna, con le sue 90 vie con difficoltà tra il 4b all’8c+.
Due finestre ciclopiche
“È uno shock!” tuona Romain, un ragazzone giunto fin qui da Parigi per il suo primo Petzl RocTrip. “Nelle foto m’era sembrata molto meno grande. E poi bisogna anche scendere per trovarla. Impossibile immaginare un fenomeno geologico così, e per giunta tanto vicino alla strada”.
In realtà, la strada passa sopra la grotta e, di fatto, gli speleologi sono stati i primi a venirci. Ma c’è molto di più. A 80 metri, il soffitto è bucato da due grandi fori in cui la discesa in corda doppia fa venire i brividi. Le due ciclopiche finestre lasciano entrare nella grotta una luce dolce. Nonostante la pioggia, di nuovo forte a metà giornata, si può scalare fin a che si è sazi.
“Penso tutti si divertano” dice entusiasta Erwan Le Lann, che ha portato alla luce questo piccolo gioiello. “Ci sono delle belle vie, dal 4 a all’8+, e per tutti i livelli di difficoltà è richiesta una gestualità di grande qualità. In un luogo con una carica di energia così forte, è una cosa semplicemente perfetta”.
Milkina Ruseva, campionessa bulgara di arrampicata sportiva ricorda: “Il primo scalatore che ha attrezzato le vie nei pressi delle entrate della grotta fu Vasil Kirov. Nel 1995 il decano dell’arrampicata sportiva moderna ha attrezzato cinque vie a spit. Tra queste c’è Deflowered, che è stata salita a vista da diversi componenti del team Petzl. Poi questo climber, che per tutti era stato come un faro nella notte, ha smesso di arrampicare. D’improvviso. Per un decennio, la sua manciata di vie è rimasta orfana. Nel corso del 2006, la nuova generazione di climber ha riscoperto la grotta, e ne hanno attrezzato l’interno”.
Le Show di Sharma
D’improvviso, il silenzio… La grotta , che solo un attimo prima echeggiava delle grida degli scalatori e di quanti li assicuravano, viene avvolta da uno strano silenzio. Che diavolo sta capitando? Passa un angelo. Chris Sharma sta arrampicando. Alcuni dei presenti sono venuti qui apposta per vederlo in azione. La piccola colonna su cui si sviluppa la via di salita di 8b+ è bagnata. E ovviamente c’è solo un giorno a disposizione per provarla. Ma lui ha altri progetti e altri appuntamenti. Ad ogni buon conto è venuto lo stesso. E come al solito, con la potenza e la sicurezza dei suoi gesti, lascia di stucco gli spettatori, li affascina. Bello, sorridente, semplice, disponibile, questo ragazzo contribuisce a spingere l’arrampicata verso l’alto. Appena Sharma scende, il brusio si trasforma di nuovo in un forte rumore.
Al crepuscolo molti continuano a scalare con l’aiuto della frontale. D’altra parte la tappa è breve, e tutti cercano di approfittarne al massimo. Certi non si accorgono nemmeno che ormai la notte è scesa da un pezzo. Una notte un po’ folle, in cui si balla sotto la pioggia. Di fronte a un centinaio di convenuti, Chris presenta il suo slide-show. La storia di Dura Dura, 9b +, la via più difficile del mondo, condivisa con Adam Ondra, continua a stupire. Approfittando di quell’assembramento di matti, The Wild One dà fuoco ai dischi (in senso figurato, ovviamente). Alle due del mattino, la pioggia aumenta. Un gruppo di musicisti improvvisa un piccolo concerto nella grotta. Il fuoco scoppietta, uno scalatore bulgaro canta intonando con note profonde e vibranti. Ognuno afferra uno strumento in jam session post-moderna, mentre lunghe ombre si allungano sulle pareti. E sembrano dire: «Karlukovo, io c’ero!».
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