Il nostro approccio all'eco-design: dagli obiettivi all'applicazione pratica

Una volta fissato l’obiettivo di ridurre la nostra intensità di emissioni di carbonio del 50% entro il 2030, dovevamo decidere quale strada percorrere e definire le varie tappe. Il nostro approccio all’eco-design si basa su un quadro ampiamente standardizzato in termini di fasi e strumenti.

Il primo passo consiste a determinare il problema. Per stabilire e analizzare l’impatto delle nostre attività utilizziamo diversi strumenti essenziali e complementari: la valutazione delle emissioni carbonio a livello aziendale e le Analisi del ciclo di vita (LCA) per i nostri prodotti.

Semplificando il concetto, l’Analisi del ciclo di vita consiste nel calcolare l’impronta ambientale di un prodotto e nell’analizzarne l’impatto lungo tutto il suo ciclo di vita: dalla scelta delle materie prime con cui è realizzato passando per il suo utilizzo, fino allo smaltimento quando non viene più usato. 

Mentre la valutazione delle emissioni del carbonio si concentra su un unico tipo di impatto (le emissioni di CO2) applicato a un perimetro molto ampio (tutte le attività dell’azienda), l’LCA analizza un perimetro molto preciso, che si concentra su cinque indicatori chiave: il cambiamento climatico indotto dalle emissioni di gas serra, compresa la CO2, l’eutrofizzazione delle acque, le emissioni di polveri sottili (qualità dell’aria), l’utilizzo di risorse fossili e l’utilizzo di risorse minerali e metalliche, cioè lo sfruttamento e il degrado di risorse naturali non rinnovabili. 

Pur basandosi sui dati raccomandati, forniti in particolare dall’ADEME, Petzl ha scelto di produrre i propri strumenti di valutazione delle emissioni di carbonio e LCA, sfruttando le competenze dei suoi team e le conoscenze specifiche legate alle sue attività. Questi strumenti sono stati sottoposti a un'analisi critica esterna da parte di società di consulenza specializzate.
 
Oggi Petzl dispone quindi di strumenti su misura che consentono ai suoi team di avere una visione chiara e concisa dell’impatto dei propri prodotti, permettendo loro di confrontare gli scenari di progettazione e, da ultimo, di implementare soluzioni che abbiano il minor impatto possibile.

Impegno e collaborazione di uomini e donne

Sebbene questo approccio si basi su strumenti e fasi standardizzate, nella pratica è necessario l’impegno di uomini e donne, che devono collaborare per cambiare un intero ecosistema.
 
La seconda fase consiste nel trovare soluzioni più sostenibili internamente e con i vari partner, per poi implementarle, il che a volte significa mettere in discussione metodi già collaudati. 
 
Per raggiungere questo obiettivo, Petzl ha rafforzato i suoi team, dotandoli di nuove competenze. Ai team tecnici e di ricerca e sviluppo si sono aggiunti esperti in materiali sostenibili e project manager in eco-design e quantificazione ambientale. 
 
Come sottolinea Marlène Dechenaud, coordinatrice degli acquisti responsabili di Petzl, questo approccio si basa sulla collaborazione: esterna, per consultare i produttori che offrono materiali a basso impatto testandoli con i nostri fornitori diretti, e interna, per mobilitare tutte le nostre competenze.
 
 “Oggi sono in corso di qualificazione oltre 80 articoli. Si tratta di una fase fondamentale per integrare questi nuovi materiali e ridurre l’impatto di CO2 dei nostri prodotti.”

La formazione è un altro aspetto essenziale. Aiutare a gestire il cambiamento e permettere a tutti di capirne le implicazioni sono gli obiettivi chiave che si pone Petzl per riuscire nella sua transizione ecologica e per coinvolgere i suoi team nella ricerca di soluzioni meno impattanti. Sono disponibili diversi moduli di formazione per i team che lavorano con i prodotti a ogni livello.

Risultati concreti

Seguendo le orme di NEOX®, tutti i nuovi prodotti Petzl devono essere sottoposti a studi LCA e di eco-design. Questo ha portato a importanti sviluppi e a un lavoro di fondo preparatorio per Petzl.
 
Nel 2023, uno dei nostri prodotti di punta per il mercato professionale, il casco VERTEX 3, è stato analizzato per determinare l'impatto preciso di ciascun componente in ogni fase del suo ciclo di vita. Siamo riusciti a individuare le fasi e i materiali responsabili degli impatti ambientali più significativi.

L’analisi dell’indicatore “cambiamento climatico” ha mostrato che il 57% dell’impatto ambientale del prodotto derivava dalla prima fase del suo ciclo di vita, ovvero l'estrazione delle materie prime.
 
Inoltre, se consideriamo i componenti del prodotto, l’analisi ha mostrato che l’ABS, un polimero termoplastico riconosciuto per la sua alta resistenza agli urti, la rigidità e la leggerezza, è responsabile del 49% dell’impatto, seguito dal PET (tessuto) con il 19%.
 
Poiché l’ABS rappresenta circa il 50% della massa totale del casco, i team stanno sviluppando soluzioni per ridurre l'impatto della calotta e dei materiali derivati da fonti non rinnovabili. Lo strumento ha permesso di confrontare diversi scenari progettuali, permettendoci di avanzare nella formulazione di una versione più sostenibile.