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VALORIZZAZIONE DEGLI SCARTI DI CORDE: REPENSARE LA GESTIONE DEI RIFIUTI

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VALORIZZAZIONE DEGLI SCARTI DI CORDE: REPENSARE LA GESTIONE DEI RIFIUTI

Un metodo innovativo per evitare l’incenerimento

L’idea di riciclare i residui di corda è nata in un contesto in cui la gestione dei rifiuti industriali stava diventando una sfida chiave per le aziende impegnate in un approccio di responsabilità sociale d’impresa. « Il mio ruolo principale in Petzl è quello di valutare l’impatto ambientale, in particolare attraverso il bilancio del carbonio (a livello di gruppo) e le analisi del ciclo di vita (a livello di prodotto). Inoltre, la gestione dei rifiuti nei nostri tre siti di produzione francesi è parte integrante di questo processo », spiega  Manon.

 

Il programma di riciclaggio dei residui di corda prevede una partnership in Italia, per la seleziona e la valorizzazione di poliammide e poliestere secondo un processo specifico. Il nostro partner possiede una tecnologia che permette non solo di identificare i materiali che compongono le corde, ma anche di separare l’anima (il cuore) dal rivestimento (l’involucro) delle corde, quando sono costituite da materiali diversi: « la parte in poliammide torna nel settore della plasturgia per essere trasformata in nylon riciclato, mentre il poliestere viene utilizzato in Italia per l’imbottitura di cuscini e divani », continua Manon. Un approccio che permette di evitare l’incenerimento e di ridurre l’impronta di carbonio della produzione.

Una rigorosa logistica di smistamento

La questione dello smistamento è emersa rapidamente come una sfida importante. « Bisogna assicurarsi che i materiali giusti finiscano nei contenitori giusti. Non tutti gli scarti possono essere integrati nel processo di riciclaggio, in particolare le corde in poliestere al 100%, che vengono trattate dal nostro fornitore di servizi di gestione dei rifiuti in Francia », precisa Manon.
L’efficienza si basa anche sulla sensibilizzazione dei team interni. « Le linee di produzione hanno dovuto adattarsi, passando da uno a tre bidoni di raccolta differenziata. Si osserva però un progressivo aumento delle competenze, grazie soprattutto a un costante lavoro educativo e a una comunicazione trasparente con i nostri fornitori », aggiunge.

 

Verso un’estensione del modello

Petzl punta ad un ambizioso obiettivo di valorizzazione dell’80% dei propri rifiuti entro il 2025, attraverso il riciclaggio o il riutilizzo. L’iniziativa di valorizzazione delle corde potrebbe essere estesa ad altri rifiuti? « Perché sia fattibile, è necessario innanzitutto un quantitativo minimo di una tonnellata all’anno, e poi essere in grado di organizzare efficacemente la raccolta differenziata alla fonte », precisa Marlène. Sono già state esplorate alcune piste, in particolare per le imbottiture, schiume protettive utilizzate per il trasporto delle calotte dei caschi. « Ogni anno ne vengono gettate più di sei tonnellate. Proveremo a dimezzarne l’uso limitandone l’impiego ». Un’altra sfida è la riciclabilità dei supporti per etichette in carta siliconata (glassine), che potrebbero essere recuperati e riciclati localmente.
Manon insiste sulla necessità di un approccio pragmatico:
« Non si può riciclare tutto. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra impatto ambientale, fattibilità tecnica e vincoli economici. »

Andare oltre

Petzl sta anche pensando di andare oltre, recuperando le corde usate dai propri clienti. « L’idea sarebbe quella di centralizzare questa raccolta prima di inviarle alla filiera del riciclaggio. Ma questo implica navigare in un quadro normativo rigoroso sul trasporto e la gestione dei rifiuti », sottolinea  Tiphaine.
Manon, invece, immagina già la fase successiva: il momento in cui avremo eliminato gli scarti di corda alla fonte, « adattando le lunghezze dei riferimenti prodotti in base allo stock rimanente ».

 

 

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