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Ultra Trail: imparare a correre di notte

Correre di notte in montagna non è una cosa naturale. Tuttavia, attraverso la pratica dell’ultra trail e con gli allenamenti all’alba o al tramonto, non risulta solo utile, ma è anche decisamente essenziale acquisire familiarità con la corsa in versione notturna. Ecco alcuni buoni consigli per correre con soddisfazione.

9 Agosto 2018

Running

Diciotto ore nell’oscurità

Con il sole che, a fine agosto, tramonta poco dopo le 20:30 e la mattina sorge dopo le 7, i concorrenti dell’UTMB conoscono bene l’esperienza della corsa notturna. Con una quarantina d’ore di corsa in media, e nel corso delle due notti necessarie ad effettuare il periplo del massiccio del Monte Bianco, i concorrenti si muovono per quasi diciotto ore nell’oscurità.

Ad ogni buon conto, tutti gli appassionati di ultra trail hanno di sicuro sperimentato la corsa notturna, se non altro nel corso degli allenamenti effettuati prima o dopo la loro giornata di lavoro.

Comunque, muoversi di notte non è una cosa naturale. Ovviamente risulta fondamentale l’illuminazione, ma non solo. La maggior parte degli atleti non è abituata allo sforzo fisico e mentale richiesto dal correre giorno e notte senza sosta. Di notte, il corpo e la mente reclamano infatti il normale ritmo del sonno, mentre il corridore richiede al proprio corpo di continuare nonostante tutto. Come si preparano i corridori per questo sforzo?

Allenamento, la pratica, la caffeina e una lampada frontale

Per Clare Gallagher, del team Petzl, la questione si risolve con l’allenamento, la pratica, la caffeina e una lampada frontale. Con la tecnologia di illuminazione REACTIVE, la sua lampada frontale, perfettamente carica, consente di dare priorità alla luminosità o alla durata della batteria, grazie all’analisi delle condizioni di luce presenti intorno al corridore. Ciò consente a Clare di beneficiare di 300 lumen (con il suo REACTIK+) in caso di necessità, e di risparmiare energia quando il suo sguardo è costantemente rivolto al suolo, oppure al crepuscolo. Per quanto riguarda la caffeina, è più semplice: Clare preferisce il classico gusto zuccherato della Coca-Cola

Il segreto: allenarsi di notte

Ma attenzione, la strumentazione non esaurisce i problemi. Clare Gallagher passa molto tempo ad allenarsi anche di notte. Tenendo conto che una cosa è l’allenamento, e un’altra cosa è l’esperienza notturna. Nella quantità del proprio allenamento settimanale, occorrerà dunque dedicare una parte del lavoro alla corsa nelle ore della notte – ma anche all’alba o al crepuscolo: questo è uno dei segreti per avere successo in un ultra trail. Ed è importante abituarsi alle diverse sensazioni e a rimanere flessibili in appoggio, per non farsi male quando il terreno non risulta visibile come di giorno.

«Per allenarsi in modo efficace di notte, bisogna correre lungo i sentieri, non sull’asfalto» spiega Clare, che insiste anche sull’aspetto psicologico da adottare: «in gara, non si può far nulla per evitare l’arrivo della notte. Quindi, all’arrivo del buio conviene tenere alto il proprio morale; soprattutto perché, se il cervello accetta il cambio di condizioni, si corre meglio ». Anche Clare Gallagher ha i propri trucchi per imparare a correre meglio di notte. «Anziché correre sistematicamente al buio la sera, preferisco fare un allenamento importante in montagna, a partire dalle 3 o dalle 4 del mattino. Risultato: mi alleno nella corsa notturna, con la soddisfazione di vedere sorgere il sole prima di continuare la mia giornata».

A questo punto, sta a voi fare la prova.

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